Alfredo Viganò                CIAO ALFREDO

Alfredo - o meglio Alfredino com'era più o meno per tutti - sorprendeva per l'immensa cultura che gli permetteva di spaziare su tanti argomenti. Era abbastanza facile sentirlo passare, in un dialogo, da note sull'arte a Dylan Dog.

Ogni chiacchierata o discussione con lui era occasione per imparare qualcosa. I suoi interventi avevano spesso il taglio della dissertazione. Senza pedanterie di sorta. Anzi: la ricchezza di contenuti era in bella armonia con lo stile, mai noioso. E capace di alternare toni aulici o tecnici a screziature popolaresche, anzi, verrebbe da dire, plebee, nel senso più elegante e pieno del termine. Un alternarsi di tonalità, come solo i grandi riescono.
La vita professionale tutt'uno con il privato: nella sua attività di urbanista, convergevano le tante conoscenze negli ambiti più disparati. Ultimamente si stava interessando allo studio di aspetti storici. Il tecnico, l'urbanista: ne riconoscevi il valore in modo indiretto, quando a convegni o incontri pubblici scoprivi l'ennesima persona, di qualche lontana parte d'Italia, che aveva avuto a che fare con Alfredo per ragioni professionali.
Accanto alla carriera da urbanista, la sua sensibilità per la cosa pubblica lo aveva spinto ad aggiungere anche un serio coinvolgimento nella politica, tra cariche di sindaco, di assessore e di consigliere comunale. Schierato in modo netto in difesa del paesaggio, di Parco e Villa, della cosa pubblica. Il solido riferimento alla democrazia lo spingeva a dare una mano da consigliere comunale, come certificatore, a compagini politiche di altre sponde in raccolte firme per la presentazione di liste.
Alla nostra città era molto attaccato. Monza gli deve tanto. Su tutto, la difesa strenua della Cascinazza, e il lavoro di pianificazione, che ha dotato la città di importanti strumenti urbanistici. Gli deve anche una "collezione di cartoline di Monza" ineguagliabile e una raccolta di testi sulla nostra città che potrebbero divenire il nucleo di una sorta di mostra permanente della città, come si deve a chi è stato grande, per davvero.

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