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le ville: Reggia, Mirabello e Mirabellino
VILLA REALE
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VILLA MIRABELLO
Di tutte le strutture presenti all'interno del Parco, villa Mirabello è la più antica.
Fu commissionata nel 1666 a Gerolamo Quadrio dalla famiglia Durini che aveva acquisito il feudo di Monza dai De Leyva.
Sorge su quella che fu un'antica fortificazione spagnola di cui rimangono riminescenze nelle due torrette belvedere. La pianta a U della villa, aperta verso il paesaggio circostante, segna un momento di passaggio dalla tradizione castellana alla villa seicentesca. L'edificio presenta una struttura assiale e simmetrica: il corpo centrale dotato di atrio porticato su colonne di granito rosa, è affiancato da due ali secondarie interessate da passaggi che mettono in comunicazione la corte d'onore con quelle di servizio.
Accuratamente affrescata e arricchita di arazzi, opere d'arte e suppelletili, nel 1714 la villa viene devastata da un incendio. Restaurata, solo intorno alla metà del Settecento raggiunge il massimo splendore quando il Card. Angelo Maria Durini, ritiratosi a vita privata, ne fa una piccola reggia, luogo d'incontro di artisti e letterati. A quell'epoca risalgono le ornamentazioni in stile barocchetto delle finestre, statue, lapidi commemorative, incisioni e la ricca collezione di libri poi donata alla Biblioteca di Brera.
Al Cardinale si deve sopratutto la committenza del ciclo di affreschi di gusto classicheggiante del salone d'onore recentemente riaperto al pubblico dopo un delicato lavoro di restauro conservativo. Occupa l'altezza di due piani ed è caratterizzato al piano superiore da una balconata che corre lungo tutto il perimetro, con funzione di passaggio agli ambienti circostanti. Sulle pareti, in illusionistiche nicchie separate da colonne dipinte, trovano posto sedici figure di artisti e pensatori e due busti affrescati. Al piano inferiore, sulla destra, si allineano i grandi poeti classici e sulla parete opposta i classici dell'arte. La serie al piano terreno si chiude con i busti di due poeti cari al Cardinale: Simonie (polacco) e Sigismondo Boldoni (lombardo). Al piano superiore, sulla destra, sono rappresentati i classici greci, gli scienziati seguono sulla parete opposta. Completa la decorazione del salone il medaglione del soffitto a volta, nel quale sono rappresentate figure allegoriche e putti, attribuito a Montalto.
Il lavoro di restauro ha interessato anche il pavimento con la pulitura e riposizionamento delle mattonelle originali. I tendaggi, come anche l'illuminazione, sono l'imitazione di un esempio lombardo di metà settecento. Niente rimane del lampadario in cristalli a trentadue bracci. Con l'avvento dei Francesi nel 1806 Villa Mirabello entra a far parte del parco di Monza e viene in seguito utilizzata come magazzino di cereali.
Con il ritorno degli Austriaci riprende la sua funzione abitativa per funzionari e impiegati governativi ed è oggetto di modifiche e restauri in stile neoclassico per opera dell'arch. Tazzini. Nel 1919 passa in proprietà dell'Opera Nazionale Combattenti e successivamente data in gestione alla SIRE. Nel 1936 è acquistata dai comuni di Monza e Milano. Attualmente nell'ala sud della Villa sono ospitati il C.R.E.D.A. (centro ricerca educazione ambientale) e, nella sala delle Colonne, la Biblioteca del Parco.
VILLA MIRABELLINO
Commissionata dal Cardinal Durini a Giulio Galliori nel 1776 come residenza estiva e per accogliere gli ospiti, in epoca francese diventa la residenza privata da Amalia di Baviera e di Eugenio Beauharnais prendendo il nome di Villa Amalia in onore della Principessa.
Con l'abbandono della Villa Reale da parte dei Savoia il Mirabellino subisce danni ingentissimi e nel 1919 viene dato all'Opera Nazionale Infanti che, incapace di gestire la villa, la subaffitta al comune di Monza per svolgere attività scolastiche stravolgendone così l'interno proprio per adeguarlo alla diversa realtà.
Sorge su un poggio in posizione frontale rispetto al Mirabello al quale è collegato da un viale di carpini recentemente ripiantumato.